"The Black Shelter of Space" 3D Solo Exhibition

Critical text in catalogue by Raffaella De Chirico

08 / 31 December 2021

 

 

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È una lotta intrinseca e continua tra la luce e le tenebre la ricerca di Saverio Filioli Uranio, che propone due cicli di lavori apparentemente molto diversi tra loro: tele che mostrano spazi e cieli stellati e delle carte in bianco e nero, alcune delle quali presentano delle combustioni.

Sono interessanti i riferimenti alla storia dell’arte di questo originale artista pugliese e quasi sfacciati verrebbe da dire: impossibile non pensare alla notte stellata di Van Gogh ma anche per esempio alla tomba della Regina Nefertari, più di 3.500 dipinti che ne illustrano il viaggio nell’aldilà. Od anche al dripping di Jakson Pollock: Saverio ha una pittura gestuale ed istintiva veicolata dalla volontà di ottenere una struttura compatta e informale.

Le carte bianche e nere, di segno Informale anch’esse, risentono maggiormente dell’influenza del periodo americano piuttosto che quello europeo. Si pensi in particolare alle grandi tele e carte di Franz Kline, un altro esponente tra l’altro, insieme a Pollock, dell’Action Painting.

La sua originale rielaborazione dei temi dell’Informale e del cosmo si allontana però dal passato, avvicinandosi invece alle più contemporanee teorie di fisica quantistica e dei buchi neri, una ricerca attuale ed interessante, da cui far affiorare artisticamente la lotta tra luce e tenebre ma anche la loro inevitabile ed assoluta complementarietà. È evidente nell’accostamento dei lavori della mostra virtuale, così apparentemente diversi tra loro e distinti nell’esposizione; ma anche nella loro fusione attraverso il lavoro The Kingdom of Heaven, dove cielo e nero diventano rifugio l’uno dell’altro, in una simbiosi suggellata dal fuoco della combustione della carta, di burriana memoria.

I lavori sono tutti recenti, quasi esclusivamente del 2021, frutto certamente della particolare condizione della pandemia che ha probabilmente favorito una notevole maturazione del lavoro dell’artista attraverso il lavoro e la riflessione. Sembra una ricerca solitaria ed intima quella di Filioli, sfociata in un approccio che appare più compiuto e consapevole, anche nella selezione dei pezzi molto rigorosa nonché nella scelta di una esposizione virtuale attraverso l’uso dei mezzi social di cui però Filioli Uranio non abusa. Una apertura significativa dunque ma senza snaturare il suo profilo di artista schivo e dalla ricerca delicata e personale e che affianca lo studio dello strumento musicale handpan che ci accompagna durante la mostra, una scelta peculiare che fornisce un valore aggiunto alla fruizione dell’esposizione.

Raffaella De Chirico - Dicembre 2021